sabato 22 dicembre 2007

Principi filosofici : Buddismo


Corpo e mente sono inseparabili, legati fra loro. Da duemilacinquecento anni il Buddismo afferma che gli aspetti fisici e spirituali hanno un’origine comune, sono due manifestazioni della stessa entità. È la vita stessa: l’energia vitale che scorre dentro e alimenta le funzioni fisiche e spirituali. Anche la scienza conferma questa inseparabilità. Uno stress psicologico può provocare una malattia fisica. Una disfunzione corporale può avere effetti sull’umore, sui pensieri.
Da alcuni anni ormai si va affermando una concezione psicosomatica (cioè che abbraccia mente e corpo) della medicina: il sistema nervoso e il sistema immunitario sono come due parti di un tutto, che comunicano continuamente fra loro. La concezione tradizionale separava il sistema nervoso (cioè il cervello e le cellule nervose, che costituiscono la sede della memoria, del pensiero, delle emozioni) dal sistema endocrino (ghiandole e ormoni che regolano l’organismo e integrano le varie funzioni corporali) e dal sistema immunitario (il sistema di difesa del corpo, che attraverso il midollo osseo e altre cellule controlla e ripara i tessuti).

A questa separazione corrispondono tre distinte discipline: le neuroscienze, l’endocrinologia e l’immunologia. Ma alcuni studi recenti dimostrano che tale distinzione è in realtà una distorsione concettuale.
Ad esempio si è scoperto che alcune molecole (genericamente chiamate “peptidi”, che comprendono neurotrasmettitori, ormoni, endorfine, eccetera) funzionano come “messaggeri” che collegano i tre sistemi, integrando le attività mentali, emozionali e biologiche. I peptidi non vengono prodotti solo nel cervello, ma anche in altre parti del corpo: sono la manifestazione biochimica delle emozioni, che “trasportano” ovunque ci sia un recettore per accoglierle. Questo gruppo di molecole pare sia responsabile delle “tonalità” emotive, che a loro volta si diffondono e influenzano sia il corpo che la mente. Come dire che tutti i pensieri, le percezioni e i meccanismi biologici del corpo sono modulati dalle emozioni. In fondo, anche i proverbi della saggezza popolare dicevano che “ridere fa buon sangue”.
Ma allora, cosa sono le emozioni? Torniamo alla teoria buddista dei dieci mondi: lo stato vitale profondo ha un’influenza concreta sul corpo e la mente. Attivando la tonalità giusta, tutto si modifica positivamente, si armonizza. Naturalmente, ciò non significa assolutamente che praticando il Buddismo si può fare a meno di curare una malattia con le medicine. È certo, però, come dimostrebbero studi recenti, che un’elevata condizione vitale – fatta di energia positiva, gioia, speranza – può accelerare un processo di guarigione.Ampliando poi il concetto fino ai tremila mondi, si può dire che il cambio di tonalità interiore genera un mutamento anche nell’ambiente circostante. Infatti l’individuo è collegato al suo ambiente: è inseparabile, come la cellula di un organismo più complesso. [...] l’essere umano è parte dell’“organismo” famiglia, luogo di lavoro, società… In tutti questi ambienti avviene un interscambio paragonabile a quanto visto per il rapporto corpo-mente. A un livello più esteso, anche la Terra può essere considerata un organismo complesso con la sua rete di equilibri e influenze fra “cose” ed esseri viventi.La convinzione illusoria della specie umana di essere in qualche modo indipendente e separata dal tutto (se non addirittura superiore, privilegiata, “eletta”) è ciò che la ha portata a comportarsi spesso come un’arrogante cellula cancerogena, che aggredisce e distrugge lo stesso organismo in cui vive. Sia esso la famiglia o il pianeta intero.Quindi, come già affermato prima, secondo il Buddismo tutto è collegato. Ognuno di noi ha un suo preciso ambiente (il sé, gli altri, le cose), in cui agiscono i mille mondi. L’influenza reciproca fra noi e l’ambiente dipende dallo stato vitale: possiamo essere schiacciati dalle circostanze, trovarci in perenne conflitto, farci guidare passivamente dalle situazioni. Oppure, decidere noi la direzione. Attivando la Legge universale di Nam-myoho-renge-kyo, ognuno può esercitare un’influenza positiva su se stesso e ciò che lo circonda. Questa è la “rivoluzione umana” dei tremila mondi.“La vita assomiglia al vibrare delle note. E l’individuo a uno strumento a corde”, scriveva Beethoven nel suo diario. Se l’individuo non ha l’intonazione giusta, non può risuonare con ciò che lo circonda. Anzi, la sua dissonanza “disturba l’armonia che si ode in un coro ben intonato”.Se Nam-myoho-renge-kyo è il vibrare della vita possiamo metterci in armonia con questo coro intonato. Sarà allora possibile afferrare “i suoni, che turbinano sovente come il vento, e altrettanto spesso mi turbinano nell’anima”.Ognuno può attingere ai “suoni” dell’universo e, come un grande compositore, creare la sua sinfonia. Una vibrazione vitale invisibile che parte dall’anima del mondo – la nostra stessa anima – e si espande nello spazio e nel tempo, inondando le cose e la gente; trasformando la realtà. Come le note potenti dell’Inno alla gioia della Nona Sinfonia, che da due secoli toccano i cuori del mondo.

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